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                                                 Omnia ab uno puncto lucis ortus (2015)

                                                                   progetto di tesi

                                       installazione presso l'Accademia di Belle Arti di Napoli.

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Intraprendere un viaggio all’interno della coscienza. Senza alcun obiettivo scientifico, cercare di descrivere ciò che mi ossessiona, il funzionamento del meccanismo della visione. In che modo formiamo le immagini che ci stanno di fronte e allo stesso tempo come queste immagini si riflettono nella nostra mente formando le pareti di cui è costituita, delineando la conformazione frastagliata ed estremamente complessa del processo di immaginazione visuale che sta alla base di ogni nostro pensiero.

 La capacità di costruzione del ricordo o di progettazione di un’idea sono operazioni che influenzano profondamente e a loro volta vengono influenzate dalla visione. Non importa se siano tuffi nel passato o proiezioni in un futuro remoto, la nostra attenzione verso gli oggetti della visione può indebolirsi a tal punto da far risultare una stanza ben illuminata e piena di persone affaccendate, uno strano deserto trasferitosi in città con un brusio costante di voci e sciami di materia che non si ricompongono mai. Altre volte invece quello che immaginiamo durante l’atto della visione può addirittura ampliare ciò che stiamo osservando, con un piccolo sforzo, assecondando in tutto e per tutto quella sorta di (pre-) visione, trasferiamo sull’oggetto più nitidezza e luminosità di quanta ne abbia realmente o addirittura riusciamo a far materializzare dal nulla oggetti e presenze totalmente irreali. 

Anche quando non siamo concentrati nel fantasticare, nel costruire ricordi o nel progettare idee per il futuro, lo sguardo è sempre pensiero, l’atto del guardare non è mai passivo, non avviene mai tramite una trasmissione diretta di dati ma sempre tramite rimandi e sovrapposizioni, scomposizioni e collages, deformazione e sintesi. Come ci hanno insegnato gli psicologi della gestalt il cervello è eretto sulle fondamenta delle forme imprescindibili della percezione visiva quindi basandoci sull’esperienza ci lasciamo poi influenzare dallo stato emotivo in cui siamo immersi e dalle sovrastrutture culturali che ci appartengono, in un processo che non ha quasi mai gerarchie temporali piuttosto è costantemente in relazione reciproca. Il tutto avviene in frazioni di secondo infinitesimali cosicché ogni diramazione di un informazione sottoforma di impulso elettrico può giungere in aree non direttamente collegate del cervello contemporaneamente, simulando la rete di richiami e rinvii rappresentata dal world wide web e dalla navigazione in esso, diventata una delle nostre principali esperienze spettatoriali.   

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